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Il Matrimonio Celebrato in Chiese - Seconso la Tradizione
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Il Matrimonio in Chiesa, celebrato in una grande cattedrale così come in una piccola e romantica chiesetta di campagna, racchiude al tempo stesso, tradizione, cultura e religione, configurando in sé un rito sicuramente molto suggestivo per chi sia credente, ma rivestendo inoltre, un valore anche civile e, quindi, legale. 

• Il colloquio preliminare con il parroco che celebrerà il matrimonio: Il passo più significativo (dopo aver definitivamente raccolto tutti i documenti necessari, civili e religiosi), è quello relativo al colloquio con il parroco che ha lo scopo di accertare che i requisiti per la perfetta celebrazione di un matrimonio secondo i crismi della Santa Romana Chiesa siano pienamente soddisfatti; solo in casi molto particolari (qualora, ad esempio, i due nubendi siano distanti tra loro, per ragioni di residenza), il colloquio con i futuri sposi, potrà essere svolto da parroci diversi, ma, in questo caso, il verbale dell’esame dovrà essere autenticato dalla Curia di spettanza e poi spedito al parroco che cura la pratica e che, naturalmente, procederà alla celebrazione del rito nel giorno del matrimonio.

• La scelta di altro sacerdote per la celebrazione del rito: Durante il medesimo colloquio con il parroco della chiesa nella quale si intende celebrare il rito nuziale, inoltre, gli sposi avranno anche il dovere di avvertirlo circa il desiderio di farlo celebrare da un sacerdote di propria conoscenza al quale, per ragioni di speciale trasporto spirituale, i due intendano affidare l’inizio del proprio percorso di vita coniugale. 

• La scelta della Chiesa: Nella scelta della Chiesa per il proprio matrimonio, si devono naturalmente considerare alcuni fattori di non poco conto: la capienza, eventuali limitazioni circa l’attività cine – fotografica nel corso della cerimonia, la sua ubicazione (centro storico, paese, campagna …) che, potrà risultare importante, in relazione allo scatto delle fotografie di fine cerimonia. La scelta di una piccola Chiesa fuori città, risulta essere più vantaggiosa anche in termini estetici, anche se, naturalmente, la bellezza o la facile raggiungibilità della medesima nulla devono togliere al significato del rito solenne che vi si deve celebrare; non bisogna mai dimenticare infatti che, la scelta di sposarsi in Chiesa deve essere “libera” e, deve avvenire soprattutto in base ad una ferma “convinzione religiosa”. Per quanto riguarda il cerimoniale, non esistono regole codificate e prestabilite; è assolutamente chiaro in ogni caso che, la cerimonia si svolge pur sempre in un luogo sacro e che, di conseguenza, discrezione e rispetto, sono assolutamente d’obbligo! Del resto, l’invitato che non intenda seguire la celebrazione liturgica, è naturalmente libero di non assistervi per intero, se questa non viene incontro alle sue credenze o alla sua religione di appartenenza, ciò non rappresentando affatto un atto di maleducato disinteresse nei confronti degli sposi, semmai, una valida e comprensibilissima prova di coerenza.

• La scelta di altra Chiesa per la celebrazione del matrimonio: In seguito, avvengono le pubblicazioni in Comune quindi, nelle parrocchie dei due sposi. Qualora infine gli sposi decidessero di sposarsi in una Chiesa diversa da quella di loro appartenenza, sarà necessario che il parroco che ha istruito la pratica, trasmetta il tutto alla Chiesa prescelta, previa autorizzazione della Curia nel caso questa sia ubicata fuori dalla Diocesi di appartenenza.

• L’arrivo degli invitati e la loro disposizione in Chiesa : La disposizione degli invitati in Chiesa (per il cui arrivo non sono ammessi ritardi!), viene spesso guidata da un parente degli sposi. Quella più tradizionale vuole a sinistra i parenti e gli amici intimi della sposa, a destra quelli dello sposo; la prima fila di ambo i lati, è riservata ai rispettivi genitori e fratelli; la seconda, a nonni e zii; la terza, agli ospiti più vicini alle famiglie degli sposi; a seguire, gli altri parenti e infine, tutti gli altri amici e conoscenti della coppia. Se i genitori di uno dei due sposi sono divorziati, la loro posizione tra i banchi della Chiesa, dipende sicuramente dai rapporti che li legano al momento: se sono amichevoli, possono senz’altro accomodarsi insieme nella prima fila, eventualmente, con i secondi coniugi o i nuovi compagni; qualora ciò non fosse possibile, al genitore convivente spetta il posto in prima fila e l’altro può accomodarsi in terza fila. 

• Prima della cerimonia: l’ ingresso in Chiesa: L’ingresso in Chiesa può variare per scelta personale; ne esistono diversi, ciascuno, naturalmente valido:

1. Corteo d’entrata in Chiesa ufficiale: Nei matrimoni solenni o molto formali si può formare un corteo d’ingresso con tutti gli invitati di riguardo. Lo sposo attende la sua futura consorte sul sagrato insieme ai parenti più stretti delle due famiglie, portando con sé il bouquet nuziale. Al suo arrivo, aiuta la sposa a scendere dall’automobile, le bacia delicatamente la mano e le offre il bouquet. Poi il corteo si compone secondo uno schema ben preciso e delineato: 
• I paggetti: di cui, uno porta il cuscino in cui sono legati gli anelli uniti da un sottile fiocco di raso;
• La sposa: al braccio sinistro del padre;
• Le damigelle: che sostengono delicatamente l’eventuale strascico del vestito da sposa;
• Lo sposo con la madre;
• Il padre dello sposo con la madre della sposa;
• I testimoni a coppie;
• I fratelli e le sorelle; 
• Gli zii e le sorelle;
• I primi cugini;
• I secondi cugini;
• Gli amici intimi della coppia.

2. Corteo d’entrata in Chiesa all’ “americana”: Tramutato dalla tradizione statunitense, è attualmente previsto anche in Italia; lo schema previsto è il seguente:
• Il sacerdote attende la coppia sull’Altare;
• I Paggetti di sesso maschile: sono i primi a fare il loro ingresso in Chiesa;
• Segue la coppia di sposi;
• Quindi, le due damigelle della sposa, che cospargono il suo ingresso lanciando dolcemente petali di rosa.

3. Corteo tradizionale: Il Corteo più “tradizionale”, si sviluppa nel modo che segue:
• Lo sposo entra qualche minuto prima della cerimonia accompagnato dalla madre alla quale porge il braccio destro;
• Seguono i testimoni di ambedue gli sposi;
• Segue la madre della sposa accompagnata da un parente di sesso maschile;
• Eventuali damigelle e paggetti attendono sul sagrato l’arrivo della sposa;
• La sposa: giunge in Chiesa con un leggero ritardo (che, per tradizione non dovrebbe mai superare i 10 minuti!), giustificato comunque dal fatto che, per il suo arrivo, tutto e tutti devono essere già predisposti all’interno della Chiesa. 
• Il padre, giunto nella stessa macchina della sposa, la aiuta quindi a scendere rendendole omaggio con il primo baciamano, gesto che le spetterà di diritto una volta diventata una donna sposata. 
• L’ingresso in Chiesa: avviene sottoforma di “piccolo corteo” composto da paggetti, seguito dalla sposa e dal di lei padre che le porge il braccio sinistro, infine, le damigelle che si occupano del velo e dello strascico. 
• Giunti all’Altare: il padre affida la figlia al futuro genero stringendogli la mano e sedendosi al primo banco sulla sinistra. 
• Nelle occasioni ufficiali: lo sposo attende la sposa per consegnarle il bouquet , poi si forma un corteo composto da paggetti, damigelle, sposa al braccio del padre, damigelle dedite allo strascico, sposo al braccio della madre, madre della sposa accompagnata dal padre dello sposo, le due coppie di testimoni, fratelli e sorelle degli sposi, zii e cugini, parenti di secondo grado, amici intimi della coppia. 

4. Una soluzione alternativa: prevede invece che lo sposo, insieme ai parenti più intimi, attenda sul sagrato la sposa, per entrare insieme a lei, mentre gli altri invitati avranno già preso posto in Chiesa nell’attesa di vederli procedere, insieme e sotto braccio, verso l’Altare che li vedrà uniti in matrimonio. 

5. Nel caso in cui alla cerimonia siano presenti molti bambini: in tal caso, il nostro consiglio, è quello di contattare una baby sitter esperta, che assuma l’incarico di intrattenerli fuori dalla chiesa, per poi riaccompagnarli al loro posto verso la fine, al fine di non creare disordini e piccoli inconvenienti dovuti alla fervida impazienza dei più piccini che, solitamente, “bramano” di vedere per primi il vestito della sposa creando, con la loro fanciullesca irruenza, non pochi grattacapi ai genitori e a tutti gli altri invitati!
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